LA MASCHERA BULIMICA

Da bambino mi capitava quotidianamente di osservare le persone che mi passavano accanto: i familiari, gli amici di strada, i compagni di scuola, i vicini di casa, i commercianti e gli adulti che incontravano altri adulti. Probabilmente questo accade alla maggior parte dei bambini, ma io ero famelico, addirittura bulimico di persone e personaggi di ogni tipo. Questi meravigliosi bipedi mi interessavano sul piano psicofisico al punto che li sbirciavo, li radiografavo e li scannerizzavo nella mia memoria in attesa di rivederli, di vivisezionarli ancora una volta e poi, finalmente, giudicarli. Quest'ultimo passaggio diventava una vera e propria sentenza in cui l'imputato riceveva l'assoluzione o la condanna per aver commesso anche il più irrilevante gesto. Era sufficiente un tic non gestito, un cappello mal riposto sul capo o un ghigno che ostentasse una ingiustificata autocelebrazione, per affliggergli la pena più severa. Inutile dire che le mie carceri virtuali, erano sovraffollate. Affamato e impegnato in questa “attività giudiziaria”, non mi accorgevo di stare disertando il ruolo di bambino. E tutto ciò che non vivevo, a causa di questa occupazione, lo stratificavo e proteggevo dietro ad un volto nascosto, evitando di mostrarlo alla società dal sorriso commerciale.

Sviluppai, dunque, nel corso degli anni, una callosità molto consistente che mi rese forte, sicuro e impenetrabile, sino al giorno in cui incontrai una figura femminile... curiosa, sotto tutti i profili. Una giovane dottoressa dal corpo snello, con in testa capelli cortissimi e ossigenati, una pelle imbrunita da artificiali raggi uvi e con degli occhi grandi di color marrone, come la valigetta che portava sempre con se.

Oramai certo delle mie capacità di osservazione e di giudizio, cosi come di gestione delle proprie emozioni, le narrai una storia... quasi personale. Al termine del racconto lei mi fisso con i suoi occhi grandi e disse: “Prima o poi ti strapperò tutte quelle maschere che hai sul volto”. Mi cristallizzai in una figura pompeiana post eruzione del Vesuvio, deglutii a fatica e tutto quello che avevo stratificato nel corso del tempo, si presentò bussando alla porta...

Anni dopo mi ritrovai a costruire (nuove) maschere e a dare inizio ad un percorso riabilitativo dell'essere autentico...